Newsletter #3 - Ci vediamo a Rimini!

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Benvenuti a Rimini!

Quest’anno la seconda edizione della Festa Nazionale di Dems si terrà a Rimini dal 21 al 23 Settembre.

Saranno tre giorni di incontri, dibattiti, confronti sui tanti temi che attraversano il dibattito politico in questo momento e che incrociano le vite di tutti noi. Parleremo di economia, di rigenerazione urbana, di Europa, diritti, ma, soprattutto, cercheremo insieme di capire come declinare questi temi secondo modalità e prassi nuove. Parlando, prima di tutto delle persone, della loro quotidianità, delle loro vite, delle aspettative e delle tante domande alle quali, spesso, abbiamo dato risposte sbagliate, o non all’altezza. Dei tanti cittadini che ancora sperano di trovare risposte ai loro problemi nella politica, di coloro che ormai non ci sperano più e coltivano la disillusione, o, peggio, si abbandonano all’indifferenza o al rancore.

A tutti questi italiani, che nelle urne hanno espresso con chiarezza il loro disagio e la loro insofferenza, dobbiamo poter raccontare una storia nuova. Una storia che non sia solo suggestione, che non colpisca solo l’immaginario, ma che diventi progetto, costruzione costante, rapporto vivo e dinamico con la realtà, innesto fecondo e creativo. Ecco perché il filo rosso che legherà tutto il nostro appuntamento sarà la sfida più grande che il Partito Democratico ha davanti in questo momento, che è la costruzione di un nuovo centrosinistra per l’Italia.

Siamo alle porte di un appuntamento elettorale che potrebbe rivelarsi cruciale per il destino dell’Europa. Le elezioni della prossima primavera vedono in campo uno scontro potenzialmente deflagrante tra i sostenitori dell’integrazione, dell’Europa politica e i sovranistipopulisti. Se questi ultimi dovessero avere la meglio, sarebbe il trionfo della democrazia illiberale. Ecco perché come PD dobbiamo arrivarci pronti, preparati, con una leadership definita, chiara, rinnovata, frutto di un percorso congressuale che sia un confronto aperto, vero, limpido, su quello che il PD vuole essere e sulla società che il partito vuole incarnare e rappresentare in questo momento e nel futuro. Ecco perché la necessità di capire su che cosa si deve fondare il nuovo centrosinistra, quale linguaggio deve parlare per farsi capire, quali frequenze deve intercettare per essere ascoltato, quali paure, bisogni, speranze deve saper interpretare.

Di tutto questo parleremo a Rimini, in una manifestazione che si svolge in un territorio che non è stato scelto a caso, in cui il centrosinistra rappresenta ancora, seppure con grandi difficoltà, un elemento vivo di partecipazione. Da questo dobbiamo ripartire, dalla voglia di non dare tutto per perso, che pure c’è, anche quando è mista a rabbia e frustrazione. Dalla voglia di credere ancora che ci siano energie forti nella società che la politica riesce a ingaggiare e mobilitare, che nelle nostre comunità ci sia spazio e posto per tutti. Che non esistano esclusi e inclusi, ma che esiste una comunità che cerca di creare reti e di tessere relazioni in cui ogni persona può trovare compiutezza e accoglienza.

Questo deve essere e poter fare un partito che si colloca nel centrosinistra, che aspira a rappresentare tutti: deve poter essere un miglio più avanti rispetto alle paure e alla disperazione, deve avere quello sguardo lungo e  laterale che gli permetta di dare risposte nuove e sfidanti a domande e problemi complessi.

Questa è la sfida che abbiamo davanti, il cammino non è semplice e scontato, ma la meta è chiara e ce la metteremo tutta per arrivarci, insieme

 

                                                                                                  di Emma Petitti


Sviluppo sostenibile e ambiente: parole dimenticate nel vocabolario gialloverde

Da oltre 20 anni  la definizione Sviluppo Sostenibile è entrata non solo nella dialettica politica ma anche nel linguaggio comune. Tuttavia, come spesso succede con concetti , valori, idee, obiettivi con cui è difficile dirsi in disaccordo, questi divengono patrimonio di tutti ma “figli di nessuno”; non rientrano più fra i temi su cui si basa l’identità politica e  quindi  non sono oggetto di scontro politico. Ovviamente in questo modo scompaiono dall’agenda.

  
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SIlvia Velo

di Silvia Velo


L’Europa dei diritti per un partito rinnovato

Mentre un governo dissennato attacca l’Unione Europea per costruire un nemico esterno  (la perfida Albione 2.0), dell’Europa abbiamo più che mai bisogno perché la tutela dei diritti delle persone non sia affidata alla volubilità della ricerca del consenso. Ne è buon segno che solo pochi giorni fa il Parlamento europeo, approvando il rapporto Sargentini, abbia espresso parole nette contro la violazione dei diritti fondamentali in Ungheria, mostrando così l’orgoglio dell’Unione come baluardo di diritti.

  
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di Sergio Lo Giudice


Il caso Orban: passaggio fondamentale per il futuro dell’Europa

Con il voto del Parlamento Europeo sul Rapporto Sargentini per l’attivazione nei confronti dell’Ungheria della procedura normata dall’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea, volta a sanzionare gravi e ripetute violazioni dei valori fondamentali dell’Unione, si è compiuto un passo storico e dalle notevoli implicazioni. Nonostante la difficoltà ad arrivare alle sanzioni più gravi per Orban, quale potrebbe essere la sospensione del diritto di voto in Consiglio, poiché l’opposizione del governo polacco è sufficiente per impedire il raggiungimento dell’unanimità necessaria, gli effetti non solo di immagine ma in primo luogo di tipo politico sono facilmente comprensibili.

  
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di Brando Benifei


Il nuovo bilancio europeo e le contraddizioni del governo italiano

Quest’anno la battaglia sul bilancio europeo ha un significato del tutto nuovo, inedito per certi versi. Le recenti minacce del governo italiano – che addirittura vorrebbe spingersi a non versare la sua quota parte di contributo europeo – hanno resto ancora più pesante un clima già rovente dopo la Brexit e le intemperanze di leader come Viktor Orban o l’attuale Presidente Polacco.

  
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di Daniele Viotti

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