Democrazia è partecipazione Giulio Marcon Nel referendum abbiamo la concretezza della democrazia, il nostro voto conta veramente. Raggiungere il quorum per i referendum dell’8 e 9 giugno sul lavoro e cittadinanza sarà arduo ma dobbiamo impegnarci. Gli ostacoli e la campagna astensionista del governo e del presidente del Senato La Russa non fanno che motivarci di più. Vivere da cittadini, lavorare con dignità. Un appello Giorgio Parisi e altri Il Premio Nobel Giorgio Parisi, le politologhe Donatella della Porta e Nadia Urbinati, il farmacologo Silvio Garattini, lo storico dell’arte Salvatore Settis sono tra i 40 promotori di quest’appello che invita a votare per i 5 referendum su cittadinanza e lavoro dell’8 e 9 giugno 2025. Il Jobs Act dieci anni dopo: precarietà e bassi salari Fondazione Di Vittorio A dieci anni dall’introduzione del Jobs Act e alla viglilia dei 4 referendum sul lavoro, la Fondazione Di Vittorio ha pubblicato il rapporto “Precarietà e bassi salari” che documenta il degrado del lavoro in Italia e fa un bilancio delle politiche realizzate. Ne presentiamo qui alcune parti. La precarietà del lavoro fa male anche all’impresa Rinaldo Evangelista e Lia Pacelli La lunga stagione della deregolamentazione del mercato del lavoro, oltre a far declinare i salari, ha disincentivato gli investimenti in innovazione e aumento della produttività. Un convegno a Torino. L’accordo firmato e il futuro dell’Ucraina Rachele Gonnelli Ratificato dal Parlamento di Kiev l'accordo firmato a Washington sulle "terre rare" tra Ucraina e Stati Uniti, si basa su un fondo d'investimento per la ricostruzione ma segna anche una svolta nelle relazioni internazionali tra Usa e Europa, al di fuori dalla Nato. Tacciano le armi: quattro strade per la pace Sergio Bassoli A Gaza non c’è più scampo per nessuno, sanitari, giornalisti, operatori umanitari. Israele va fermato, per i crimini che sta compiendo e per giungere ad una pace giusta con i palestinesi. Ci sono quattro strade da prendere incluso lo stop agli accordi commerciali tra Israele e Ue. La guerra in cinque capitoli Guglielmo Ragozzino Sono 56 le guerre in corso, la Palestina è il luogo più pericoloso del mondo, l'Ucraina rimane sotto le bombe e tra il 2023 e il 2024 i conflitti sono aumentati del 25%. Andrà sempre così? Esiste una logica diversa? E chi ci guadagna? Guerra permanente, il Medio Oriente secondo Netanyahu Alberto Negri La guerra, cominciata con l’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023, in atto su diversi fronti, è ormai la più lunga negli 80 anni di storia dello stato ebraico e all’interno della società cresce un movimento di opposizione con una consistente partecipazione popolare. I dazi e la grande trasformazione economica Roberto Romano Le tensioni sui dazi arrivano prima di Trump, il quale non si limita a chiedere un aumento delle spese militari all'Europa ma punta a ridefinire gli equilibri economici internazionali. Non ha senso rispondere con altri dazi, serve una nuova governance e stimolare la domanda interna. Dazi, i punti deboli di Trump e la tregua con la Cina Gabriele Carchella Un gruppo di studiosi di diversi atenei analizza gli effetti economici delle politiche tariffarie Usa dal Liberation day in poi in un incontro organizzato all’Università di Urbino in collaborazione con la Società Italiana di Economia. Responsabilità sociale d’impresa, retromarcia Ue Vincenzo Maccarrone La Commissione guidata da Ursula von der Leyen, influenzata dai venti di destra, sta buttando alle ortiche la legislazione europea volta a favorire la responsabilità sociale e ambientale delle imprese. Un appello di economisti da tutta Europa ne smonta la presunta efficacia. Ponte di Messina, ora la supercazzola militare Guido Signorino Il governo ora vuole approvare il progetto definitivo a giugno. Per farlo invoca gli Iropi, fantomatici “imperativi di prevalente interesse pubblico”. Tra questi, la logistica militare e di protezione civile tra Calabria e Sicilia. Ma sono argomenti risibili e non passeranno al vaglio di Bruxelles. |