Le elezioni europee dell’8 e 9 giugno sono un appuntamento fondamentale per il futuro del Green Deal e della transizione ecologica, il cui percorso è oggi più che mai rallentato e messo in discussione da Governi, forze politiche e istituzioni caratterizzate da uno strisciante negazionismo climatico, ancorate a un’economia fondata sulle fonti fossili, sostenitrici di soluzioni inefficaci o insostenibili come l’energia nucleare, i biocarburanti e gli impianti di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CSS). Per l’Alleanza Clima Lavoro – un tavolo di confronto, proposta e iniziativa comune tra organizzazioni sindacali e ambientaliste – l’Europa deve accelerare in modo deciso, anziché ostacolarlo come avviene oggi, il percorso di una giusta transizione verso la neutralità climatica e la decarbonizzazione, la tutela e la creazione di posti di lavoro, la riduzione delle disuguaglianze. «La transizione ecologica non solo è necessaria e urgente per contrastare il cambiamento climatico e salvaguardare gli ecosistemi – dichiara Giulio Marcon, Portavoce della Campagna Sbilanciamoci!, una delle organizzazioni promotrici dell’Alleanza Clima Lavoro – ma può essere una straordinaria opportunità per l’occupazione, le imprese, la nostra qualità della vita». Per questo, l’Alleanza Clima Lavoro chiede con una lettera aperta alle forze politiche di sostenere sette punti chiave, determinanti per assicurare un futuro all’Europa, affinché ambiente e lavoro non siano contrapposti, ma insieme vadano nella direzione di un modello di sviluppo sostenibile, giusto, fondato sui diritti. In particolare, l’Alleanza Clima Lavoro chiede alle forze politiche di: 1. Richiedere alla Commissione europea che tutti gli investimenti per il Green Deal portati avanti dai Governi nazionali non siano ricompresi nel calcolo delle spese per il Patto di Stabilità. 2. Promuovere a livello europeo una strategia ambiziosa e vincolante per la progressiva eliminazione di tutti i Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) entro il 2030 e la loro contestuale conversione in Sussidi Ambientalmente Favorevoli (SAF). 3. Stabilire chiari traguardi temporali per una giusta transizione alla mobilità sostenibile e all’elettrificazione dei trasporti pubblici e privati, introducendo obiettivi vincolanti anche per il contrasto della mobility poverty, con formule di leasing sociale e investimenti nel Trasporto Pubblico Locale. 4. Implementare un piano per la piena convergenza tra transizione ecologica e occupazione, con ingenti investimenti pubblici per la formazione, la ricerca e l’innovazione, il reskilling e il miglioramento delle competenze dei lavoratori e delle lavoratrici. 5. Impegnarsi per il lavoro stabile, con diritti e tutele, per la riconversione ecologica delle imprese e delle attività produttive, per una fiscalità e una politica industriale comuni in Europa volte a finanziare un modello di produzione e di consumo pienamente sostenibile a livello sociale, economico e ambientale. 6. Favorire una svolta immediata e sistemica verso l’agroecologia: un’agricoltura sostenibile e di qualità, che valorizzi le produzioni locali, il legame con il territorio, la tutela degli ecosistemi, la centralità delle persone e del benessere animale. 7. Operare una revisione dei criteri di erogazione dei fondi della Politica Agricola Comunitaria (PAC) e dei processi decisionali legati alla PAC, rendendo obbligatoria la partecipazione della società civile, delle organizzazioni di categoria e dei sindacati. Contatti e ufficio stampa: Cecilia Begal - 391 475 0638 |